Il bambino che catturava i suoni

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C’era una volta un bimbo che aveva una grandissima passione: andava in giro con il suo retino e catturava i suoni. Tutti quelli che lo incontravano durante la sua originale attività pensavano che gli mancasse qualche rotella.

“Ma lo vedi Giovannino? Gira tutto il giorno con il retino e non prende mai niente!”

Ma non era così: Giovannino poteva vedere le cose invisibili. E mentre tutti compativano lui per la sua apparente follia, lui compativa tutti loro per la meraviglia che si perdevano.

I suoni erano bellissimi! Ognuno con la sua forma e il suo colore. Lui li conosceva talmente bene che ormai li distingueva anche a orecchie tappate: il miagolio del gatto era verde e triangolare; Il rombo del tuono giallo e appuntito; il canto della mamma rosa e tondeggiante.

Così aveva iniziato a collezionare i suoni. Li catturava con il retino e li chiudeva in bottiglie di plastica.

“Perché non usi il registratore?” – gli chiedeva qualcuno.
“Perché a me piace guardarli!” – rispondeva.

Ma la sua collezione non era completa, perché gli mancava un suono a cui teneva moltissimo: il suono di due pesci che si danno un bacio.

Ogni giorno si immergeva nelle acque del laghetto con la maschera e il suo immancabile retino, ma non aveva ancora incontrato due pesci innamorati e quello era il suo cruccio!

“Cosa c’è che non va Giovannino?” – gli chiedeva il papà vedendolo assorto nei suoi pensieri.
“Tu non hai idea di quanto sia difficile trovare due pesci innamorati!”.

Il papà, abituato alle stranezze del suo bambino, non si scompose: “Forse dovresti trovare nel lago un posto un po’ romantico, sai, i pesci sono così timidi.”

Il papà aveva ragione. Ma il laghetto, alla fine, era tutto lì…nessun posto romantico dove due innamorati potessero baciarsi indisturbati.

“Niente da fare papà.” – disse Giovannino tornando deluso e fradicio come sempre.
“Giovannino, cosa ti dico sempre di fare quando qualcosa che desideri tanto non accade?”
“Mi dici di farla accadere” – rispose Giovannino senza troppa convinzione.
“Quindi?” – lo incalzò il papà.

Gli occhi di Giovannino si illuminarono all’improvviso: “Quindi sarò io a creare il posto romantico!” – e tornò di corsa al laghetto.

Prese dei sassi, si immerse e costruì una piccola grotta in fondo al lago. Poi si appostò e si mise in attesa. Fortunatamente per lui non dovette aspettare molto: due giovani carpe si avvicinarono circospette al rifugio, vi entrarono e…SMACK, si scambiarono un affettuoso bacio!

Giovannino rimase estasiato da quello ‘smack’ subacqueo: tutti i suoi sforzi erano stati ripagati perché quello, veramente, era il suono più bello che si potesse immaginare. E indovinate la sua forma e il suo colore?

“Ma certo, che stupido che sono! Un bacio d’amore non poteva essere che un cuore rosso acceso!”

E tornò a casa felice: ora la sua collezione era veramente completa.

[IL BAMBINO CHE CATTURAVA I SUONI – Giulia e papà Gianni, 2023]

Pubblicato da papà Gianni

Cantastorie

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