La bambina dai mille nomi

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C’era una volta una bambina che si chiamava Carla Vittoria Alessandra Pimpa Gioia Esperanza Irina Giada Lola eccetera eccetera.

Viveva in una città caotica dove tutti avevano sempre fretta e nessuno parlava con lei perché non c’era il tempo per chiamarla come si deve. Ad esempio lei diceva: “Ciao Giorgio!” e Giorgio rispondeva: “Ciao Carla Vittoria Alessandra Pimpa Gioia…” ma poi doveva scappare via perché era già in ritardo.

La bimba dai mille nomi era molto triste perché si sentiva sola.

Il mago Urlone abitava in una casetta sperduta in cima all’unica collina della città. Lo chiamavano così perché si diceva urlasse sempre. Era molto potente, ma se ne stava solo soletto da molti anni, perché gli abitanti del paese non andavano mai a trovarlo e se lo facevano lui li cacciava sempre via.

“Solo lui puoi aiutarmi” pensò la bimba dai mille nomi. Si inerpicò sulla ripidissima salita che portava in cima alla collina. Quando arrivò sulla collina guardò la sua città dall’alto. Credeva che fosse un posto silenzioso, ma si sorprese nel sentire tutto il rumore proveniente da ogni angolo della città. Vide la casa e suonò il campanello.

“CHIIIIIIII ÈÈÈÈÈÈÈ???” Rispose una voce forte come cento tromboni, ma che in mezzo a quel frastuono si distingueva appena. Durante tutto il cammino la bambina aveva provato e riprovato il discorso che si era preparata per convincere il mago ad aiutarla, ma quando arrivò lì in cima le venne il dubbio che anche il mago, infine, potesse soffrire di solitudine come lei.

“Sono venuta per farti un po’ di compagnia” – rispose senza pensarci troppo.

Dall’altra parte ci fu silenzio. La bimba stette un po’ davanti alla porta, ma non successe nulla, così si girò per tornare sui propri passi. In quel momento sentì una voce calma e dolce: ”Sei venuta a fare compagnia a me?”
“Tu sei il mago Urlone?” – chiese la bimba sorpresa
“Sì, mi chiamano così” – rispose il mago abbassando appena il capo
“Ma la tua voce…è così dolce”
“Grazie piccolina. Io urlo perché in questa città la gente sembra non ascoltare mai, così alzo la voce sperando che qualcuno un giorno o l’altro mi senta.”
“Mi spiace” – si limitò a dire la bimba.

I due parlarono tutto il pomeriggio e la bimba si era persino dimenticata del motivo per cui fosse lì; quando fu il momento di tornare a casa chiese:” Posso tornare a trovarti, mago Urlone?”
“Mi farebbe piacere, Rosa”.
“Come mi hai chiamato?”
“Lo so perché sei venuta qui. Da qui io vedo e sento tutto. Gli abitanti della città vivono ogni giorno pensando solo a sé stessi, ma poi, quando hanno un problema, vengono da me chiedendomi di risolverlo. E io li mando via, perché non meritano il mio aiuto. Invece tu, quando sei arrivata, hai capito quanto mi sentissi solo e ti sei offerta di farmi un po’ di compagnia. Quindi da questo momento per tutti sarai semplicemente Rosa.”

La bimba ringraziò il mago commossa, da quel momento andò a trovarlo tutti i giorni e diventarono ottimi amici.

[La bambina dai mille nomi – Storia: Giulia, mamma Elena, papà Gianni ; testo: papà GIanni; disegno: Giulia, 2023]

Pubblicato da papà Gianni

Cantastorie

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