La strega Pioggerellina

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Giulia non vedeva l’ora che arrivasse sabato.

Quel prato non si trovava sui sentieri segnati del Parco Pineta. Potevi raggiungerlo solo sbagliando strada, perdendoti per poi ritrovarti. Ed era incantevole, pieno di fiori colorati e con l’erba verdissima tutta uguale, interrotta solo da qualche galleria di talpa o dagli esiti del grufolare di un cinghiale.

Un tic-tic sopra la testa la svegliò. Quando dormi in una mansarda ti accorgi subito se sta piovendo. E Giulia si intristì e persino si arrabbiò, perché quel rumore significava una cosa sola: niente giro in bicicletta, niente prato segreto.

Si alzò e spostò la tenda, ma solo per avere una conferma di cui non aveva bisogno. Stette lì con le ginocchia al petto seduta davanti alla finestra, mentre grosse gocce fitte fitte iniziavano a creare le prime pozzanghere nel cortile.

“ODIO LA PIOGGIA”, disse ad alta voce, senza rivolgersi a nessuno in particolare.

Ma poco lontano, una streghetta sentì quelle parole e si offese moltissimo, perché credeva molto nel proprio lavoro. Era anche un po’ permalosa e infrangendo una delle regole imposte dal Paese delle Streghe, decise di andare incontro a quella voce per contargliene quattro.

Giulia era ancora alla finestra con la faccia arrabbiata, ma la sua espressione mutò presto in stupore e anche in un pizzico di paura. Avvistò un puntino nel cielo piovoso, che si avvicinava sempre più e pian piano prendeva forma. Un uccello? No, troppo grande. Un aereo? Troppo piccolo. Una signora a cavallo di una scopa?

Una signora a cavallo di una scopa.

A volte quando ti svegli al mattino in realtà non sei ancora sveglio, credi soltanto di esserlo.

Giulia si stropicciò gli occhi, li chiuse e li riaprì. Davanti ai suoi occhi fluttuava una signora imbronciata che bussava alla finestra.

“Tu sei la bimba che odia la pioggia? Vieni con me”.

Giulia era una bimba prudente e diffidente, ma sapeva che poteva fidarsi e salì a bordo della scopa. Tenendosi stretta ai fianchi della signora, volò sopra la sua casa. Riconobbe il parco giochi, l’asilo, la piazza con la Chiesa e intravide persino la sua scuola. Poi, quando iniziarono a sorvolare il Parco Pineta, tutto diventò verde.

“Chi sei tu?” Chiese finalmente.
“Prima di dirtelo voglio mostrarti una cosa.”

In mezzo al verde iniziarono a scorgere una chiazza colorata che diventava sempre più grande, finché atterrarono proprio al centro del prato nascosto.

“Ti piace qui, vero?”
“Sì”
“Ora guarda”.

La strega schioccò le dita e tutto il colore improvvisamente scomparve. Il prato, prima verde e pieno di fiori, era ora una distesa arida di terra e sabbia. Dei verdi alberi rimanevano solo gli scheletri rinsecchiti, e il dolce rumore del cinguettio degli uccellini e del lavorio dei picchi fu sostituito da un irreale silenzio.

“Ora ti piace?”
“No, dove siamo?”
“Non lo riconosci? È lo stesso prato di prima.”

Giulia si guardò intorno. Riconobbe la magnolia sotto la cui ombra si riparava nelle giornate più calde, o almeno ciò che ne restava, e si incupì.

“Ma cosa hai fatto? Sei cattiva! Dimmi chi sei?”
“Ti sto facendo vedere come sarebbe questo posto se non piovesse mai. Io mi chiamo Pioggerellina. Il mio lavoro è placare la sete delle piante e degli animali e aiutare i boschi a crescere rigogliosi.” Schioccò nuovamente le dita e tutto tornò come prima.

Giulia non ci aveva mai pensato e si sentiva in colpa. “Scusami se ho detto che odio la pioggia, non sapevo che fosse così importante”. La strega Pioggerellina era sì permalosa, ma sapeva riconoscere un cuoricino pentito e fece una carezza a Giulia.

“Ora ti riporto a casa” le disse sorridente.

E così fece. Quando arrivarono alla finestra la trovarono ancora aperta. Nessuno si era ancora svegliato. Con un soffio di vento caldo Pioggerellina asciugò Giulia che si rimise nel suo lettino.

Poco dopo arrivò il papà, con la faccia triste.

“Mi spiace Giulia, non possiamo andare al prato segreto oggi. Purtroppo piove.”
“Non preoccuparti papà, se oggi piove la settimana prossima sarà ancora più bello”.

Testi: papà Gianni
Disegno: Giulia
Pennarelli: Camilla

Pubblicato da papà Gianni

Cantastorie

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